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1) Dizion. 5° Ed. .
CUPIDO.
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CUPIDO.
Definiz: Add. Disordinatamente desideroso o avido: ma prendesi anche in buon senso, per Grandemente desideroso, Molto bramoso.
Dal lat. cupidus. –
Esempio: Senec. Pist. 30: Siamo follemente cupidi delle cose dannose.
Esempio: Vill. M. 444: I grandi, astuti e cupidi d'uficio, e d'avere poveri ec.
Esempio: Bocc. Decam. 1, 154: Più avanti guardando, in tanto tutti avari e cupidi di denari gli vide, che ec.
Esempio: Macingh. Strozz. Lett. 75: Altri, amatore della libertà, e cupido del vivere populare, il diceano.
Esempio: Machiav. Pros. var. 8, 88: Noi abbiamo.... un re d'Inghilterra ricco, feroce e cupido di gloria.
Esempio: Guicc. Op. ined. 3, 184: I Viniziani, ambiziosi e cupidi del dominio di Italia, facendo a questo disegno gran fondamento di Pisa, avevano deliberato non la rendere.
Esempio: Cas. Pros. 3, 156: Sendo tu cupido di onore, cioè di dignità, le quali è necessario che sieno date da altri,... doveresti esser cupidissimo della gloria delle lettere.
Esempio: Tass. Gerus. 20, 5: Si prepara ciascun, della novella Luce aspettando cupido il ritorno.
Esempio: Leopard. Pros. 1, 199: Agli uomini, parimente incapaci e cupidi dell'infinito, fra breve tempo erano per parere [la terra e l'universalità delle cose] strette, disamene e di poco pregio.
Definiz: § I. E figuratam., riferito all'intelletto. –
Esempio: Dant. Parad. 5: Lo suo tacere e il tramutar sembiante Poser silenzio al mio cupido ingegno, Che già nuove quistioni avea davante.
Esempio: But. Comm. Dant. 3, 145: Al mio cupido ingegno, cioè al mio desideroso ingegno di sapere.
Esempio: Tass. Gerus. 1, 9: Ma vede in Baldovin cupido ingegno, Ch'all'umane grandezze intento aspira.
Esempio: E Tass. Gerus. 15, 20: Moiono le città, moiono i regni: Copre i fasti e le pompe arena ed erba; E l'uom d'esser mortal par che si sdegni. Oh nostra mente cupida e superba!
Definiz: § II. Pur figuratam. e poeticam., riferito ad occhio, orecchio, ed altresì ad azione. –
Esempio: Pindem. Poes. 31: Nè qui gran sale d'immortal lavoro Sorgon, dove le faci a mille a mille S'addoppian ne' cristalli, illustran l'oro, E l'aria tutta accendon di faville; Ed in giostra venire osan tra loro Tremule gemme e cupide pupille.
Esempio: E Pindem. Poes. 58: Illustri detti e forti Bevea l'orecchio cupido, e rinati Sovra labbra novelle antichi sensi.
Esempio: E Pindem. Poes. 276: E pure ahi quanto, Ne' miei più giovanili anni e più schiavi, Io colà (nelle dorate sale, e in mezzi a' balli) vidi sbadigliar di bocche, E prostender di braccia, e d'orivoli Cupido interrogar!
Definiz: § III. E per Pieno di lussuria, Ardente di concupiscenza, e simili. –
Esempio: Albertan. Tratt. volg. 36: Per cotidiana conversazione e amistà de' rei uomini, si fa l'uomo crudele, goloso, ghiotto, cupido e lussurioso, ladro, superbo, bugiardo e avaro.
Esempio: Ar. Orl. fur. 13, 28: Poi che.... più sempre cupido e villano A me venia, come famelico orso, Io mi difesi con piedi e con mano.
Esempio: Tass. Gerus. 4, 33: Lodata passa e vagheggiata Armida Fra le cupide turbe, e se n'avvede.
Definiz: § IV. Figuratam. e poeticam., riferito a piante. –
Esempio: Tass. Gerus. 20, 99: Come olmo, a cui la pampinosa pianta Cupida s'avviticchi e si marite.
Definiz: § V. Pur figuratam., riferito ad occhio, sguardo, desiderio e simili, vale Che dimostra concupiscenza, Suscitato da concupiscenza, o simili; e anche semplicemente Ardente d'amore. –
Esempio: Dant. Purg. 32: Ma perchè l'occhio cupido e vagante A me rivolse, quel feroce drudo La flagellò dal capo insin le piante.
Esempio: Tass. Gerus. 2, 15: Nè tu il consenti, Amor (che beltà resti celata); ma la riveli D'un giovenetto ai cupidi desiri.
Esempio: E Tass. Gerus. 4, 87: Or tien pudica il guardo in sè raccolto, Or lo rivolge cupido e vagante.
Esempio: E Tass. Gerus. 17, 49: Mentre la donna in guisa tal favella, Adrasto affigge in lei cupidi gli occhi.
Definiz: § VI. Per Desideroso di avere, di far guadagni illeciti; ed altresì, con maniera latina, si usò per Avaro. –
Esempio: Albertan. Tratt. volg. 29: E sappie che l'avaro propriamente si dice, da ritener quel che non si conviene; e cupido quegli, che disidera quello che non gli si conviene.
Esempio: Dant. Inf. 19: E veramente fui figliuol dell'orsa, Cupido sì, per avanzar gli orsatti, Che su l'avere, e qui me misi in borsa.
Esempio: Barber. Docum. Am. 137: Per laude corre 'l folle; Lusinga il grosso volle; Cupido, per moneta Fa quel che ragion vieta.
Esempio: Cell. G. Maestruzz. volg. 1, 12: Conviensi, che 'l vescovo sia irreprensibile,... non percussore, non litigatore, non cupido.
Esempio: Varch. Stor. 1, 86: E perchè i Fiorentini non solo in Roma ma per tutte le terre della Chiesa.... avevano, come ingegni sottili e cupidi, nuovi tributi e insolite angherie ritrovato, ec.
Definiz: § VII. E in locuzion figurata. –
Esempio: Dant. Purg. 20: Veggio il nuovo Pilato sì crudele, Che ciò nol sazia, ma senza decreto Porta nel tempio le cupide vele.
Esempio: But. Comm. Dant. 2, 480: Ha ditto le cupide vele, che si può intendere le superbe ed avare volontadi.